Il nome con cui lo conosciamo in Italia è Monumento dei cuori strappati, in polacco lo chiamano Wyrwanych serc (Cuori Strappati). Ufficialmente, è il Monumento alle vittime del fascismo (Pomnik Ofiar Faszyzmu) ed è una delle opere più struggenti e al contempo suggestive di Cracovia. Non è uno dei luoghi più noti della città per i turisti, ed essendo in una zona periferica vi ci potreste imbattere al massimo tornando in Uber o autobus da Wieliczka. La location, salvo il monumento, è quasi anonima. Ma vi assicuriamo che è un luogo imperdibile, e vi spieghiamo subito perché.

Il campo di concentramento di Plaszow
La distesa verde su cui sorge il monumento un tempo era invece il luogo dove sorgeva il lager di Kraków-Płaszów. Con Auschwitz e Birkenau è probabilmente uno dei più tristemente noti lager della storia polacca, ed è qui che arrivarono tutti gli ebrei quando venne liquidato il Ghetto di Cracovia di Pogdorze (1943). Sfregio sullo sfregio, il campo è stato edificato sopra due cimiteri ebraici espropriati ai legittimi proprietari. A ridosso, c’è la Kamieniolom Liban, cava di calcare in disuso che venne trasformata in campo di lavoro dai nazisti.
Questo è il luogo narrato da Spielberg nel fim (e da Kennealy nel libro) Schindler’s List.
Uomini, donne, bambini trovarono la morte, per stenti o per fucilazione, a Kraków-Płaszów, che nel ’44 arrivò a contenere fino a 24mila prigionieri.
Il campo venne liberato dall’Armata Rossa nel gennaio del ’45. Poco prima dell’arrivo delle truppe sovietiche, però, gran parte dei prigionieri venne trasferita, in quella che viene definita “marcia della morte“, da Płaszów a Auschwitz. Chi non morì sul tragitto venne giustiziato una volta arrivato a destinazione.
Plaszow oggi
Cosa resta di quel luogo di morte? Da un punto di vista di edifici, quasi nulla: ancora visibili l’ex villa del Comandante del Campo, il comandante austriaco delle SS Amon Göth (ritenuto responsabile a fine conflitto della morte di 10.000 ebrei e giustiziato), e la Casa Grigia, che ospitava le truppe SS e – si pensa – anche una camera delle torture.

Il prato verde che sorge su quello che un tempo era Kraków-Płaszów è ora un luogo della memoria della Shoah. Lo ricordano lapidi, cartelli ma soprattutto i cinque uomini alti 7 metri, con uno squarcio all’altezza del petto, che compongono il Monumento dei Cuori Strappati.
Il Monumento dei Cuori Strappati
Realizzato nel 1964 su progetto dell’architetto polacco Witold Aleksander Cęckiewicz, il monumento è fatto in pietra. Sulla testa dei cinque uomini è poggiato un macigno, le teste si inclinano sul petto squarciato. Una incisione ricorda:
in omaggio ai martiri assassinati dal genocidio nazista nel 1943-1945.

Potrete arrivarci percorrendo la Kamieńskiego e fermandovi all’altezza di Castorama, sulla direzione che vi porta a Cracovia.
Monumento dei cuori strappati
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